Tra Potenza e Pietragalla ancora un cimitero eolico: Basilicata primato assoluto di croci: tra affari e malaffare.

Basilicata ed elolico

Potenza -

L’Inferno della Basilicata è lastricato dalle false promesse e dalle buone intenzioni dei politici di turno: dal blocco delle estrazioni a quello dell’eolico selvaggio. Ma le fiamme dell’Inferno bruciano sempre più vivide in questa terra.

Se i mostri del COVA e di Tempa Rossa mostrano sempre più fame di oro nero, e nuove e più estese concessioni si prospettano all’orizzonte, la devastazione eolica che avanza senza più freni, nell’ignavia assoluta delle classi politiche e dirigenti lucane.

Nel nostro ultimo comunicato contro l’eolico selvaggio denunciavamo quel provvedimento dell’ultima ora, approvato dal precedente Consiglio Regionale, che modificava il vigente Piano di indirizzo energetico ambientale regionale (Piear): la potenza nominale eolica installabile passava da 891 MW a 1.962 MW, senza limiti temporali e fino all’approvazione del nuovo Piano.

Infatti ,con l’approvazione della Legge n. 4 del 13 marzo 2019  “ulteriori disposizioni urgenti in vari settori d’intervento della Regione Basilicata”, “per motivi urgenti”, veniva introdotto l’articolo 13 che modifica l’articolo 11 della Legge Regionale n.8/2012: si aggiungeva una clausola al comma 7 che consente, “nelle more dell’adozione della nuova pianificazione energetica ambientale della Regione, ai fini del rilascio delle autorizzazioni di cui all’articolo 12 del decreto legislativo n.387/2003”, di elevare i limiti massimi della produzione di energia da fonte rinnovabile stabiliti dalla tabella 1.4 del vigente Piear, per singola fonte rinnovabile in misura non superiore a 2 volte l’obiettivo stabilito per la fonte eolica e per la fonte solare di conversione fotovoltaica e termodinamica, e in misura non superiore a 1,5 volte gli obiettivi stabiliti per le altre fonti rinnovabili in essa previste.

Intanto, il 25 settembre scorso è stato emesso l’ennesimo avviso pubblico di “presentazione di istanza, questa volta da parte della società EXENERGY S.r.l. con sede legale in Pignola (PZ), per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale del progetto “Parco Eolico Poggio d’Oro”, localizzato nei territori comunali di Pietragalla (PZ)…”.

Dunque, alla propaganda e alle virtuali buone intenzioni di tanti politici e amministratori locali, non segue alcuna azione concreta, se non per qualche eccezione (sindaci di Pignola e Ruoti), di contrasto all’invasione eolica e di inibizione dell’uso del territorio a tali speculazioni e devastazioni, anzi paiono dominate atteggiamenti tacitamente conniventi.

Un’attenta pianificazione e zonizzazione dei territori comunali, con una visione di tutela e valorizzazione dei paesaggi, delle culture e dei preziosi ecosistemi e biodiversità che caratterizzano i nostri territori, e che rappresentano la preziosa ricchezza di questa terra, insieme a una verifica attenta delle documentazioni tecniche e dei cantieri delle pale, costituirebbero validi strumenti dissuasori e di contrasto alla variegata fauna di speculatori, affaristi e malavitosi che hanno fiutato le libere praterie lucane.

D'altronde i numeri sono impietosi : la Basilicata ha il primato assoluto in Italia per numero di pale eoliche installate e ogni giorno vengono innalzate altre croci, senza il rispetto delle distanze di sicurezza e con un cumulo insostenibile degli impatti.

Ci sono alcune zone della Basilicata, come, ad esempio, le terre tra Oppido, Tolve e Genzano di Lucania, dove pare di essere in una sorta di Far West, percorso e vigilato da individui inquietanti e pericolosi, nell’assoluta abulia, spesso costellata di omertà e complicità, di alcuni amministratori.

USB, che già da qualche anno si occupa di questa vergogna lucana, anche supportando le denunce con documentazioni e interpretazioni legislative e normative, continuerà a essere al fianco dei comitati, delle comunità locali e dei singoli cittadini, gravemente lesi nel loro diritto alla salute e a una vita serena, e spesso minacciati e abbandonati a se stessi dalle istituzioni.