Vulture-Alto Bradano: solo parole sull'accoglienza.
Nel Vulture si ricostruiscono i ghetti ed alloggi di fortuna
Ad ogni inizio di stagione della raccolta del pomodoro nell’area del Vulture-Alto Bradano si torna a parlare di accoglienza. Purtroppo si spendono solo parole e si parla di modello accoglienza, ma nei fatti la situazione è sempre precaria e i braccianti sono costretti a ricostruire ghetti e ad alloggiarsi in situazioni di fortuna.
Ancora oggi ad inizio campagna raccolta neppure i cosiddetti “centri di accoglienza” sono stati aperti. A matinelle, in agro di Venosa, si è ricostruito il ghetto e i numerosi casolari in area Boreano sono occupati. E che dire poi di quei centri di accoglienza che vengono gestiti con regolamenti militari e che vedono la cronica carenza di servizi igienici e dell’occorrente per garantire dignità ai braccianti.
L’Unione Sindacale di Base, in Basilicata come in altre regioni italiane, ha sempre denunciato le inumane condizioni di vita e di lavoro di quella zona, battendosi per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori.
Da tempo USB chiede alla Regione e ai Comuni interessati di intervenire per trovare soluzioni abitative per i braccianti, primo e necessario passo per sottrarli ai tentacoli del caporalato e della malavita. Nel 2016, a maggio e ad agosto, avevamo firmato due documenti con l’allora presidente della Regione, Marcello Pittella, che però non hanno avuto seguito, né sugli insediamenti abitativi, né sui presidi sanitari, tantomeno sui trasporti.
USB torna a chiedere con forza il rispetto degli accordi presi per gli insediamenti abitativi, per i diritti sindacali e sociali. Per la dignità.