Richiesta di incontro con le autorità sull'avvio di licenziamento collettivo

Mancato accordo relativo all'avvio del licenziamento collettivo dei lavoratori impegnati nell'appalto per la pulizia delle scuole

Potenza -

                                       Ai Parlamentari Lucani

                                       Al presidente la Giunta

                                       Agli Assessori alle Attività Produttive e Lavoro  

                                       Regione Basilicata  

                                       Agli organi di informazione

                                  

Si è concluso con un mancato accordo l’esame congiunto tenutosi oggi relativo all’avvio del licenziamento collettivo dei dipendenti  della Formula Servizi impegnati nell’appalto per la pulizia delle scuole della provincia di Potenza, previsto dal comma 5 dell’art.4 della legge 223/91. I lavoratori interessati dal licenziamento sono 188,mentre nella provincia di Matera  sono 125,dipendenti dal consorzio CICLAT. Come si ricorderà nel 2001 il trenta per cento dei posti vacanti nell’organico del personale ATA delle scuole riservato ai lavoratori LSU venne esternalizzato in un appalto di pulizia affidato  a quattro consorzi a livello nazionale che assunsero,stabilizzandoli, i 18.000 lavoratori LSU. A 7 anni di distanza i lavoratori rischiano di perdere di nuovo il posto di lavoro : infatti la finanziaria approvata a fine ottobre alla Camera non prevede gli stanziamenti necessari per la continuità dei servizi di pulizia, vigilanza ed amministrativi. La Finanziaria 2009 è ora all’esame del Senato ma i ministri Gelmini e Tremonti non hanno ancora predisposto le risorse economiche necessarie alla continuità dei servizi, incuranti delle drammatiche conseguenze che i tagli ai finanziamenti alle scuole produrranno dal prossimo Gennaio. La RdB ha già indetto uno sciopero dei lavoratori interessati lo scorso 21 Novembre. A Potenza ,nella stessa giornata, una delegazione è stata ricevuta in Prefettura e ha rappresentato la propria preoccupazione per un dramma che la maggior parte di loro vive per l’ennesima volta, la fuoriuscita da un ciclo produttivo che pure a malapena  a fronte delle 35 ore lavorative settimanali consente di conseguire uno  stipendio mensile netto di circa 750 euro. La  richiesta principale avanzata dal sindacato è  quella dell’internalizzazione del servizio, che verrebbe a rappresentare il vero risparmio per il ministero, o comunque la clausola di garanzia, nel rifinanziamento dell’appalto, della conservazione degli attuali posti e orari di lavoro.

Intanto la delegazione nazionale negli incontri avuti al ministero del lavoro e dell’economia nella stessa giornata ha riportato un esito completamente negativo,dalla disponibilità di verificare ammortizzatori sociali(quindi a licenziamenti avvenuti),da parte del ministero del Lavoro  ad una chiusura totale da parte del ministero dell’Economia. Voci più positive non ufficiali riferiscono di risorse comunque ridotte del 50% rispetto all’appalto iniziale , da individuare nel decreto anticrisi di imminente emanazione. La perdita o il ridimensionamento drastico di questi  ulteriori posti di lavoro in una regione già quotidianamente interessata da una crisi crescente diventerebbe un ulteriore dramma i cui esiti  sarebbero difficilmente prevedibili e controllabili .

La scrivente O.S.chiede ai destinatari in indirizzo,ciascuno per le proprie competenze, di attivarsi per la soluzione del problema e che venga fissato un incontro urgente,con la scrivente e una delegazione di lavoratori interessati, per un migliore e più puntuale esame delle difficoltà del caso.

                                                                           La coordinatrice regionale RdB/CUB