Regione basilicata: fabbrica di precariato.
Il più alto numero di precari negli ultimi 20 anni.
Mentre la Giunta Regionale “valuta”, ai sensi dell’art. 27 della Legge Regionale N. 18/2017 l’avvio delle procedure di stabilizzazione ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 75/2017, i “precari fortunati” vengono ricollocati all’interno della società esterna Consedin, recente affidataria della gara sull’esternalizzazione dei servizi di assistenza tecnica dei fondi UE della Regione Basilicata.
Sconcerta il cinismo e l’approssimazione con cui si barattano le nuove postazioni all’interno della società, propagandando questo nuovo lavoro come propedeutico alla stabilizzazione futura. Purtroppo i sindacati concertativi hanno abdicato al loro ruolo, allineandosi alla volontà istituzionale e rinunciando di fatto alla battaglia contro il precariato.
I lavoratori precari dell’assistenza tecnica dei fondi UE della Regione Basilicata passeranno, dopo quasi 15 anni di lavoro alle dirette dipendenze dell’Ente Regione, a una società che li contrattualizzerà per il tempo necessario all’espletamento della gara, per liquidarli immediatamente dopo questo periodo.
La Regione Basilicata ha così ottenuto il primato di aver attuato la più grande “precarizzazione” del lavoro degli ultimi 20 anni, mentre la Regione Puglia stabilizzerà 600 precari, e mentre l’Emilia Romagna e l’Umbria si accingono ad assumere i lavoratori precari, senza attendere fantomatiche linee guida del Ministero della Funzione Pubblica, per il passaggio dalle piante organiche al Piano Triennale dei Fabbisogni.
In Basilicata invece si preferiscono avvisi pubblici per “titoli e affiliazioni” e scorrimenti lampo di graduatorie di altri enti o di concorsi (come quello per dirigenti al Consiglio Regionale…) per saturare, in modo poco trasparente e del tutto improvvisato e discrezionale, le aree ritenute deficitarie.
USB non molla e andrà avanti. Abbiamo già adito le vie legali e continueremo su questa strada “denunciando” alla Corte di Giustizia Europea le illegittimità sul lavoro precario in Regione Basilicata, come già fatto per quanto concerne il personale della ricerca, e stigmatizzando una gara d’appalto sull’esternalizzazione dei servizi di assistenza tecnica, che costa più del doppio dei concorsi pubblici, con inquadramenti a tempo determinato in categoria D, o della semplice prosecuzione in proroga delle attuali collaborazioni, ai sensi del comma 8 dell’art. 20 del D.Lgs 75/2017.