Regione Basilicata: fabbrica di precariato e disoccupati
I precari assistenza tecnica fondi europei fuori dalla Regione con i privati
Con il comunicato del 26/09/2017 le Organizzazioni Sindacali concertative dichiarano chiusa la vertenza sull’esternalizzazione dell’Assistenza Tecnica e impediscono il mantenimento delle risorse all’interno della Regione Basilicata, adducendo le stesse causali portate dalla parte pubblica in sede di audizione presso la Prima Commissione Consiliare Permanente.
Ora sono tutti d’accordo sul destino dei precari, contraddicendo quanto si affermava in alcuni comunicati precedenti.
Ecco spiegato il perché tutti hanno taciuto alla Commissione Europea, in seno al Comitato di Sorveglianza, sulla mancata applicazione del Piano di Rafforzamento Amministrativo, eludendo le verifiche.
Oggi l’intesa tra quei sindacati e la dirigenza regionale si sta consolidando nel concludere una “trattativa“ che dimostri la presa di coscienza e l’accettazione dei precari alla rinuncia dei diritti acquisiti in 15 lunghi anni, caratterizzati da un continuo alternarsi di rinnovi di contratti a termine e di periodiche interruzioni.
Hanno così trasformato tali diritti in promesse e favori, e, senza vergogna, ora compongono, in simbiosi con la dirigenza regionale, un altro lotto di circa 100 risorse, livellate e sottomesse moralmente, da aggiungere a quelle già da tempo sfruttate con varie modalità.
Il progetto dei dirigenti sindacali e del Presidente Pittella è quello di incrementare la quota che la Comunità Europea già da tempo (inconsapevolmente?) finanzia e paga su lavori/mansioni di ordinaria amministrazione.
In Basilicata si continua con la politica delle assunzioni facili e si elude il Piano dei fabbisogni per agevolare alcuni a discapito dei precari.
Si apprende oggi che il Dirigente Travaglio comunica alla Prima Commissione Consiliare Permanente una capacità economica assunzionale di circa 2 milioni e 300 mila euro, guarda caso dopo aver trasferito i precari presso l’impresa aggiudicataria dell’appalto.
Tutti allineati in un progetto che priva di dignità le persone.
USB, resta l’unica forza che si batte per la stabilizzazione e per l’eliminazione del precariato, figlio del neoliberismo dominante, e che da sempre ha chiesto l’approvazione del Piano triennale di fabbisogno e la proroga dei precari, fino alla loro immissione nei ruoli.
USB da subito ha ufficialmente denunciato alla Corte dei Conti Regionale e all’ANAC nazionale le anomalie riscontrate nel bando di gara. Non a caso oggi tutti i nodi vengono al pettine e al danno si aggiunge la beffa: infatti vi è stata un’interruzione del contratto e non si intravedono altre soluzioni. USB continuerà nella battaglia per la stabilizzazione, organizzando il ricorso dei precari a Organismi superiori e che vedranno investita la Comunità Economica Europea a tutti i suoi livelli, considerato che in Regione si portano avanti progetti palesemente difformi dagli atti approvati, sia rispetto alla Commissione Europea che nei confronti dei precari regionali.