LO SCEMPIO DEI PRECARI ALES NEL MIBAC

Continua l'opera di disfattismo di ALES agenzia in house.

Potenza -

Continua l’operazione, di aumentare disoccupati e precari in Basilicata in seno al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, operata dalla società in house Ales(partecipata al 100% dal Ministero stesso). Dopo la cessazione di un primo operatore(Roberto Matacchione) avvenuta nel mese di giugno 2018 fra il 14 e 15 c. m. altri 3 operatori(Giovannina Mulinaro, Ilde Scalcione e Michele Avignone) di cui 1 in servizio presso il Museo di Venosa ed altri 2 in servizio presso il Polo Museale a Matera hanno cessato il rapporto. La previsione era da tempo nell'area ed è stata più volte scongiurata a causa del numero esiguo di lavoratori presenti attualmente all'interno dei musei territoriali. Le mansioni che ricoprivano erano quelle di addetti all'accoglienza ed alla vigilanza e ormai svolte con esperienza e professionalità. La lavoratrice presso il Museo di Venosa è stata utilizzata per 4 anni ininterrottamente mentre gli altri due attivi per circa due anni.

Le 4 risorse in questione, che da anni sopperiscono alla atavica carenza di personale che affligge il suddetto Ministero, permettendo la regolare apertura al pubblico dei luoghi della cultura, saranno sostituite da unità individuate tramite una selezione tenutasi nel gennaio c.a. che non ha alcun tratto di legittimità o meritocrazia e che pare esser finita sotto l'occhio della Procura della Repubblica da mesi.
Come se ciò non bastasse, ancor più assurda appare l'ipotesi, che pure pare affacciarsi, dell'immissione di nuovi precari presso le sedi citate, anch'essi inviati in missione da Agenzie per il Lavoro tramite la formula del lavoro in somministrazione.

Stabilizzare i precari di lunga durata non è un obbiettivo della società perché, il modus operandi rivela la sfacciata copertura di un sistema che noi abbiamo più volte denunciato. Si sostituiscono i lavoratori già occupati con altri reclutati attraverso una long list con apposito avviso pubblicato sul sito aziendale in data 16 ottobre 2017 per la creazione di una lista di disponibilità come riportato dal bando ”la presente procedura viene svolta al solo fine di ricevere apposite candidature da parte di soggetti interessati alla posizione lavorativa, non assume in alcun modo caratteristiche concorsuali e non determina alcun diritto al contratto di lavoro con ALES S.p.A.”, pertanto finalizzata a colmare le carenze e non ad interrompere o sostituire i rapporti di lavoro in essere.

Non si comprende perché in questa fase di carenza di personale si pensa ad una sostituzione e non ad un incremento!

Il suddetto bando non prevedeva punteggi per titoli in possesso o acquisiti dal personale in servizio.

Avendo assunto invece una vera e propria forma di concorso pubblico, visto l’esito di interruzione dei rapporti di lavoro esistenti, la selezione si configura come iniqua e non corrispondente per caratteristiche ad un bando pubblico(D:P:R: 9 maggio 1994, n 487). Sorge quindi spontaneo il dubbio che tale operazione in Basilicata sia stata effettuata per assumere nuovo precariato(in prospettiva di elezioni regionali) a danno di chi ha maturato dei diritti e di conseguenza creando nuova disoccupazione, in spregio alle leggi che gli stessi governanti approvano per la stabilizzazione dei precari. USB si batte da sempre per la stabilizzazione dei precari a tutti i livelli con la battaglia di reinternalizzare i servizi nella Pubblica Amministrazione invece di privatizzare.

Ancora una volta l'Unione Sindacale di Base rifiuta di tacere di fronte all'ennesimo sopruso messo in atto a danno di lavoratori per i quali da tempo si reclama giustizia e trasparenza, ed intende stigmatizzare l'operato di Ales S.p.A. e dei suoi dirigenti che da tempo rifiutano un confronto con i nostri rappresentanti.

Si invitano pertanto il Ministero dei Beni Culturali, nella figura del Ministro Bonisoli, la Direzione Generale Musei e tutti gli organi di vigilanza preposti ad attenzionare l'operato di una società che sfugge ad ogni norma e controllo, contribuendo alla precarizzazione del lavoro giovanile, all'abbassamento degli standard di qualità del servizio offerto all'utenza e al dilapidamento di professionalità maturate sul campo in anni di operato e che rappresentano un ricco patrimonio per i nostro sistema museale.

USB proclama lo stato di agitazione di tutti i precari del MIBAC e chiede un incontro urgente al Ministro Bonisoli al fine di  non interrompere i rapporti di lavoro in essere e di riprendere i lavoratori cessati anche alla luce della garanzia dei servizi e delle turnazioni nei musei e aree archeologiche.

Basta disoccupati, basta precarietà, solidarietà ai giovani precari estromessi dal mondo del lavoro.