Basilicata: Enti che si sopprimono e che rinascono!
Il nepotismo della politica
Storia incredibile quello che succede in Basilicata, dove si sopprimono alcuni Enti e poi quasi per magia rinascono e guarda caso sempre con gli stessi personaggi, per di più gli stessi che hanno provocato i disastri e la chiusura. Vogliamo raccontare l’esempio dell’ex ARBEA: il progetto di riorganizzazione della U.E.C.A. ex A.R.B.E.A. così come proposto dal Dr. Franco BIANCHI ( Referente per il Servizio Controllo di Conformità dell’UECA ) e dal suo gruppo di lavoro della Meridiana Italia del 4 aprile 2016. Una vera e propria restaurazione, le premesse per la pretesa dell’ improbabile riconoscimento di O.P.R. della U.E.C.A. ex A.R.B.E.A. non potevano essere che queste, aveva ragione il De Nictolis nella intervista a Basilicata radio 2.
L’ A.R.B.E.A. è istituita con legge regionale n. 15 del 2001: Costruita dalla "cantieristica Bubbico" fu riadattata dal nuovo governatore De Filippo per i passeggeri, tutti di prima classe, del centrosinistra che parteciparono, accompagnati dal primo responsabile Di Mauro, alla presentazione della lista dello stesso de Filippo presso la sezione del P.D. a Potenza. Fin da subito si capisce l’intento, infatti fra i primi assunti, la consorte di qualcuno dei fondatori.
Le principali funzioni attribuite all'Agenzia erano l'Autorizzazione, l'Esecuzione e la Contabilizzazione dei pagamenti degli aiuti derivanti dalla politica agricola della Comunità Europea. Erano, allo scopo, previste due distinte contabilita’: una come Ente strumentale ( alla politica della Regione Basilicata) secondo la normativa contabile della Regione Basilicata, ( con un Bilancio di Previsione, annuale e triennale, un Rendiconto Generale ecc. approvati dalla Regione Basilicata, ; l’altra come O.P.R (Organismo Pagatore Regionale a favore dei beneficiari agricoli ) secondo le disposizioni del Reg. CE 883, 884 e 885/2006, con un bilancio di sola cassa, approvato dagli organi di controllo del M.I.P.A.F e della C.E.
Una volta perso la funzione di O.P. all’A.R.B.E.A. e cessato dalla prestigiosa carica Di Mauro , viene nominato, prima commissario e poi Direttore, Andrea Freschi che, come primo atto, si autoproclama “monarca assoluto” di Arbea, avocando a sé poteri monocratici , basta leggere tra gli altri il Decreto n. 16 del 20.12.2010 col quale Il Direttore A.R.B.E.A ANDREA Freschi ha inquadrato contrattualmente i vincitori della procedura delle progressioni verticali, ) avocando a sé funzioni prefettizie. Altro atto il decreto n. 20 del 03.02.2012 col quale Il Direttore A.R.B.E.A ANDREA Freschi, come ultimo e generoso atto del suo mandato , ha conferito gli incarichi di P.O.S. Tra questi ultimi, vi è quello al neograduato Economo che ha fatto una carriera strepitosa prima da C a D e poi a P.O.S. scavalcando i laureati.
Una volta cessata l’ A.R.B.E.A, in base alla legge regione Basilicata n. 4 del 15 aprile 2014 e trasformata con la deliberazione della presidenza della giunta n. 897 del 21 luglio 2014 in U.E.C.A. ( Ufficio Erogazioni Comunitarie in Agricoltura), è stato disposto il trasferimento coatto del personale nel nuovo ufficio incardinato nel Dipartimento Politiche Agricole e Forestali, con il palesato intento di riproporre la ricandidatura del nuovo ufficio a OPR della Regione Basilicata mediante la coercizione di oltre sessanta unità della "fallita " A.R.B.E.A. nel nuovo Ufficio UECA al fine di giustificare numericamente la nomina (o riconferma?) di ben individuabili “responsabilità” ( P.O.C. e P.O.S. ) aspetto questo considerato “di particolare rilevanza” da alcuni sindacati compiacenti.
Ciò che più irrita è la minaccia del disimpegno dei fondi comunitari destinati all’agricoltura, quando ai cittadini-contribuenti è noto che tale responsabilità è da imputare proprio ai funzionari dell’ingombrante e costoso ufficio A.R.B.E.A che, con le 7 P.O.C. e gli altrettanti cloni, hanno causato la perdita della opportunità di un organismo pagatore in Basilicata e che vengono sfacciatamente riproposti con gli stessi gradi, non più meritati, anche nel nuovo ufficio abilmente e prontamente concepito, noncuranti dell’evidente danno alla immagine della pubblica amministrazione.
Si instaura così un “clima” ostile che è causa della condizione di alienazione e mortificazione di alcuni lavoratori che, sebbene con i titoli di legge, vedono, giorno dopo giorno, elusa la loro professionalità, con le conseguenze visibili a tutti che vanno dalla perdita del riconoscimento di organismo pagatore dell’ A.R.B.E.A. alle condanne dell’O.I.V. al ritardo della erogazione dell’indennità della produttività ai dipendenti regionali dovuta al demansionamento eccepito da alcuni dipendenti esclusi ed immolati per consentire la rapida carriera verticale ed orizzontale ( ancorata appunto alla produttività ) in modo illegittimo ed iniquo e alla indennità di risultato alle ex P.O.C e P.O.S. A.R.B.E.A. per giunta tutte riconfermate nel nuovo ufficio U.E.C.A. nato per sua partenogenesi. Il tutto con patimento dell’alto numero dei lavoratori unici legittimati che vedono mortificato il diritto alle prestazioni accessorie a favore di pochi privilegiati e con le giuste referenze politico-sindacali così come riportato nella relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario 2016 del Presidente f.f. di sezione della Corte dei Conti di Basilicata , Vincenzo Pergola,.......occhio a pag . 30 condanna per le indebite erogazioni delle indennità di risultato alle ex POC Nella stessa materia va collocata anche la sentenza n. 30/2015.
Il faraonico e farraginoso “ Modello organizzativo” a pag 61 al punto 4.9 prevede di convertire le ex POC della fallimentare A.R.B.E.A. già passate illegittimamente a coordinatori, addirittura a dirigenza in spregio a tutte norme della corretta gestione della cosa pubblica.
Il dato di fatto è che i nostri alti giuristi ci propinano, la restaurazione della A.R.B.E.A. sacrificando i dipendenti, non allineati, per consolidare la carriera, in modo illegittimo ed iniquo, alle ex P.O.C e P.O.S. A.R.B.E.A. per giunta tutte riconfermate nel nuovo ufficio U.E.C.A. dove sono state introdotti gli incarichi di Coordinatore ; Revisore , sostituendo di fatto, rispettivamente le P.O.C. e le P.O.S. , ha illegittimamente “premiato” i Magnifici sette.
Evidentemente si tratta di una novazione unilaterale del contratto che, attribuendo incarichi “intuitu personae” per premiare determinate e ben individuabili personalità, penalizzano alcuni dipendenti che vengono di “ufficio” demansionati e i loro interessi legittimi e diritti soggettivi, sospesi.
Tali provvedimenti contrastano con gli art. e 56 e 97 costituzione violano le disposizioni di legge di cui all’ art. 5 comma 1, art. 7 comma 1, e comma 5 , del dlgs 30/03/2001 n. 165.