COMUNICATO USB SU FONDI UE E DIRETTORI GENERALI INQUISITI

Profondo Rosso della Regione Basilicata

Potenza -

Quasi due anni fa USB denunciava la scelta scellerata della Regione Basilicata di esternalizzare il servizio di assistenza tecnica dei fondi UE. Una gara rivolta a società private che avrebbero dovuto gestire il servizio con maggiore economicità ed efficienza. 

L’economicità, come abbiamo dimostrato più volte, non c’è stata, dato che l’appalto esterno per 4 anni è venuto a costare 26 milioni di euro, circa 10 milioni in più del costo della contrattazione diretta dei collaboratori.

Da qualche giorno apprendiamo che anche l’efficienza non è aumentata, anzi. E’ notizia de “Il Sole24ore” della settimana scorsa che l’Autorità di Gestione del POR FESR 2014-2020 ha aderito alla proposta dell’Agenzia di Coesione Nazionale, di ridurre il cofinanziamento nazionale di oltre 275 milioni di euro che saranno momentaneamente “parcheggiati” sul altri Programmi Operativi per evitare il rischio di disimpegno automatico dei fondi secondo la regola dell’N+3 - vale a dire la regola comunitaria secondo la quale quello che è stato impegnato nel 2015 deve essere speso entro il 2018. Ma così non è stato e pertanto si è deciso di rinviare a domani la spesa che la Regione Basilicata non è riuscita a realizzare fino ad oggi. Risultato reso ancora più drammatico dal recente rapporto Svimez del 2018 che ha denunciato che il PIL della Basilicata nel 2017 è cresciuto solo dello 0,7% e che ha realizzato performance di spesa dei fondi UE assolutamente deludenti (3,09% di spesa). Fino a 10 anni fa il “modello Basilicata” faceva scuola in tutta Europa per velocità ed efficienza della spesa dei fondi strutturali.

Eravamo stati facili profeti due anni fa quando stigmatizzavamo questa scelta politica che ha scaraventato nel baratro della precarierà oltre 100 famiglie di ex collaboratori dell’assistenza tecnica che ora lavorano per società private per un numero maggiore di ore a stipendi più bassi, paragonabili a quelli degli operatori di call center oppure degli addetti alle pulizie con contratti atipici. Ma l’aspetto peggiore, è che tra tre anni quando l’appalto terminerà non si sa cosa succederà, non essendoci un automatismo della cosiddetta “clausola sociale”.  Tutto ciò paradossalmente proprio nel momento in cui con l’art. 20 del D.Lgs 75/2017 (c.d Decreto Madia) la Regione Basilicata poteva avviare percorsi di stabilizzazione dei lavoratori precari sia per i collaboratori che per i tempi determinati.

La Regione Basilicata ha attuato in questi anni una politica del lavoro basata su discrezionalità politica e mediocrità, offendendo le professionalità interne e facendo strame della meritocrazia nella scelta dei dirigenti esterni come dimostra la recente imputazione di tre direttori generali (Manti, Oliva e Marchese) che stando a quanto riporta la stampa (Il Quotidiano del 09 novembre 2018) avrebbero “gonfiato” i loro curricula per accedere ai prestigiosi e profumatamente remunerati incarichi di direttori generali.

E come se ciò non bastasse, la Regione Basilicata si trova senza Presidente (divieto di dimora) da diversi mesi per un’altra indagine in corso che riguarda i concorsi pilotati in Sanità. Una “Waterloo” totale per la quale USB chiede, pur nel rispetto del principio di garanzia giudiziaria, le immediate dimissioni dei direttori generali coinvolti nell’inchiesta per truffa e del Dirigente dell’Autorità di Gestione del POR FESR Basilicata 2014-2020, Antonio Bernardo alla luce dei risultati raggiunti.

Si ribadisce inoltre la reinternalizzazione di tutti i servizi visto che non sempre privato è più efficiente ed efficace.

Per ristabilire i principi di sana e corretta amministrazione e per un dovere di trasparenza nei confronti dei cittadini che fra qualche mese si recheranno alle urne per rinnovare il Consiglio Regionale della Basilicata.

USB ancora una volta ribadisce il concetto che non è mai utile dire lo avevamo detto!