Assemblea regione basilicata

Sempre più vergogna.

Potenza -

ASSEMBLEA SINDACALE DEL 30 NOVEMBRE 2016

SALA A CONSIGLIO REGIONALE  -  ORE 8:00 – 14:00

 

Documento di sintesi

 

L’assemblea ha discusso il seguente ordine del giorno:

-   Situazione economica e finanziaria della Regione e situazione fondo 2016;

-   Contratto decentrato: dirigenti, AP e PO, POS, progressioni economiche,

-   Produttività e oneri accessori

-   Questioni inerenti il precariato

-   Varie ed eventuali.

Al termine di un dibattito partecipato, si riporta una sintesi condivisa di quanto emerso dalla disamina dei punti all’o.d.g.

A fronte di una situazione finanziaria piuttosto preoccupante che ancora non consente l’approvazione dell’assestamento del bilancio ed espone la Regione Basilicata a un rischio di dissesto, la ripartizione del fondo 2016, proposta dall’Ufficio Risorse Umane in delegazione trattante (su cui sta lavorando un gruppo formato anche da rappresentanti sindacali), parte da una presa d’atto (unidirezionale) di incremento delle PO (da 200 a 250 circa) e quindi di assegnazione di circa la metà delle risorse destinate al fondo 2016 per le indennità spettanti a PO e AP. Come già più volte evidenziato e denunciato in numerosi comunicati dal nostro sindacato, la sommatoria del numero di PO e AP appare del tutto esorbitante rispetto alle funzioni e alle necessità di numerosi uffici. Ciò, ovviamente, toglie risorse alla produttività e alle progressioni.

In tal senso le risorse destinate alle progressioni  appaiono davvero esigue, mentre la quota riservata alla produttività non scaturisce da un calcolo delle reali necessità e da previsioni basate su una griglia di valutazione individuata sulla base di programmi e progetti di dipartimenti e uffici, ma è semplicemente la quota residuale rispetto al totale e, in modo chiaro, continua a rappresentare una distribuzione indifferenziata, a pioggia. Tale distribuzione potrebbe anche essere condivisa, purché si prenda atto in modo chiaro di tale modalità e non si continui a perpetrare valutazioni  (spesso non comunicate e non trasmesse ai dipendenti) che non hanno alcun fondamento.

Riguardo l’assegnazione delle POS, auspichiamo che il requisito principale, (che si sta discutendo nel gruppo di lavoro suddetto) sia quello dell’effettiva corresponsabilità in procedimenti amministrativi e autorizzativi (cioè la firma di atti).

Inoltre, risulta ancora irrisolta la situazione di quei pochi dipendenti idonei, reduci dell’ultimo concorso interno, rimasti nella categoria C, i quali attendono che la Giunta adotti nei loro confronti  un programma di scorrimento ad esaurimento totale verso la categoria D. Sono quasi tutti dipendenti ormai prossimi alla pensione che già svolgono funzioni di categoria D., tuttavia sono gli unici dipendenti idonei ancora in attesa di un provvedimento di scorrimento; pertanto chiediamo che si provveda al più presto alla loro regolarizzazione nel profilo professionale della categoria D.

Pare evidente, ad ogni modo, l'intenzione di appiattire le varie categorie (A,B,C,D), con una strategia che tende a considerare tutto il personale regionale come una massa indistinta, senza particolare considerazione per le elevate professionalità, capacità, culture ed esperienze presenti.

Infatti si sta procedendo a trasferire all'esterno (a grandi esperti nominati dalla politica) progetti e funzioni (e incarichi dirigenziali).

Tali modalità del tutto discutibili di assegnazione di incarichi, consulenze e competenze all’esterno, ribadite anche in alcuni atti amministrativi approvati dalla Giunta, appaiono del tutto forzati e probabilmente illegittimi, soprattutto a seguito di alcune sentenze, come quella del TAR Lazio (3670 del 03/03/2015), la quale ribadisce il principio che, prima  di rivolgersi a soggetti esterni all’amministrazione, è necessario considerare l’opportunità di conferire incarichi dirigenziali ai funzionari interni di categoria D, qualora in possesso dei requisiti richiesti.

 

 

 

 

 

 

 

Inoltre il TAR ritiene fondata la censura relativa alla mancata programmazione triennale e annuale del fabbisogno di risorse umane, in applicazione dell’art. 6 del D. Lgs. 165/2001, essendo questa “un atto fondamentale preliminare e propedeutico a procedure di reclutamento di personale”.

A fronte di ciò, sono legittimi tutti i conferimenti di incarichi dirigenziali attuati in questi anni? E lo sono tutte le consulenze esterne e gli incarichi a vario titolo assegnati ad esterni?

E’ chiaro un disegno di esternalizzazione delle funzioni e competenze più qualificate, con un ingente dispendio di risorse finanziarie (quindi in contrasto con i principi di risparmio, efficacia efficienza) e una mortificazione delle valide risorse umane presenti all’interno dell’Ente Regione, sempre più marginalizzate (siamo al limite del mobbing …).

Questa strategia è confermata dall’assenza di una formazione continua e di qualità, dedicata al personale secondo i differenti livelli, inerente i programmi, i progetti e i fondi comunitari e nazionali e l’aggiornamento normativo e amministrativo. La formazione negli ultimi anni viene limitata a qualche sporadica giornata formativa, senza alcuna seria programmazione, mentre si riserva al personale con contratti esterni la formazione qualificata. Ciò evidenzia una “chiara volontà politica” di svilire e umiliare le professionalità e le capacità del personale interno.

Dai risultati  dell’indagine sul benessere organizzativo,  promossa  dalla Regione, risulta che,  tra    i punti critici,  vi è  l’ignoranza delle strategie dell’amministrazione,  l’insoddisfazione  nel sistema di valutazione e, pertanto,  la  sfiducia nel trattamento  equo e democratico di tutti i dipendenti. Tutto ciò dovrebbe suscitare grave preoccupazione  rispetto al funzionamento del sistema, che  è alla base  del  buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione secondo i dettami   dall’art 97 della costituzione italiana.

Altresì appare improrogabile l’attuazione  in tempi brevissimi del ruolo unico tra Giunta e Consiglio,  così come l’effettivo assorbimento dell’ALSIA e di quelle aziende che pur essendo state inglobate nella Regione, continuano a retribuire i propri dipendenti secondo altri parametri (es. parte di AgroBios).

In riferimento alle questioni del precariato storicizzato si ritiene non più procrastinabile il rinvio di una soluzione condivisa che parta dall'immediata revoca della gara di esternalizzazione del servizio di assistenza tecnica (sulla quale ci siamo già ampiamente espressi in un trascorso comunicato, denunciando un rischio di “cartello tra le società di consulenza che hanno partecipato alle gare pubbliche per aggiudicarsi i servizi legati all'attuazione dei programmi cofinanziati dall'Unione europea”, secondo quanto emerso da un’indagine dell’Antitrust), orientandosi verso forme di gestione più economiche e rispettose delle professionalità maturate in oltre un decennio di operatività. Siamo aperti alle varie soluzioni (avviso pubblico, agenzia regionale) passando attraverso il riconoscimento della trasformazione dei contratti co.co.co. in contratti a tempo determinato, nel rispetto, comunque, di una valutazione equa e trasparente delle differenti forme di precariato e degli anni di esperienza maturata. E comunque urgente la convocazione di un tavolo comune, anche alla luce del recentissimo impegno espresso dall'accordo tra governo e sindacati sul precariato della pubblica amministrazione.

Riguardo l’imminente attivazione del ticket a pagamento per i parcheggi nei piazzali antistanti gli Uffici Regionali, - ulteriore motivo di disagio, anche economico, per i lavoratori regionali - si esprime unanime disapprovazione e ci si ripropone di inviare formale nota di protesta al Sindaco del Comune di Potenza, al Presidente, alla Giunta e al Consiglio Regionale.

L’Assemblea ribadisce la volontà di rimanere vigile su ogni vertenza e di sollecitare una responsabilizzazione e una partecipazione sempre più estesa da parte dei dipendenti regionali, in modo da costruire un fronte ampio e compatto, capace di elaborare proposte e tutelare i diritti acquisiti, la democrazia interna e il rispetto di regole eque e trasparenti.